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  • Immagine del redattoreSaveria Toscano

INFERTILITA’: LE VIE PROCREATIVE DELLA COPPIA

Aggiornamento: 9 gen 2021



La maternità quanto la paternità, appartengono spesso a desideri che ci accompagnano fin dall’infanzia. Come psicoterapeuta sono stata testimone delle parole di donne che mi confessavano di aver sempre immaginato che sarebbero diventate madri oppure di aver avuto il timore che non lo sarebbero mai diventate.


La precocità di questi desideri ci danno la misura della loro profondità poiché sono strettamente legati alla costruzione delle nostre basi identitarie. Il confronto con i genitori è una costante della nostra crescita, per poterne acquisire le caratteristiche che garantiscano una continuità della trasmissione generazionale ma anche aspetti di discontinuità. Quello che era stato da sempre pensata come una tappa naturale della propria crescita, nel momento in cui il figlio non arriva, diviene improvvisamente un’esperienza estremamente dolorosa che spesso ha importanti ripercussioni psicologiche a livello individuale e di coppia.


Desiderare di avere un figlio e non poterlo avere porta inevitabilmente a confronto con un penoso limite che può far riemergere antiche ferite, conflitti e vulnerabilità sopite che trovano conferma nella condizione di sterilità, vissuta come incapacità o divieto a diventare madre e padre.


La comparsa dell'infertilità in una coppia, prima come sospetto e poi man mano come certezza, rappresenta, sempre più frequentemente, una delle possibili esperienze durante la storia coniugale. 


La coppia si trova a dover fare i conti con la dolorosa esperienza di non poter essere un buon genitore e di non poter vedere nel figlio la possibile realizzazione di proprie aspirazioni e desideri. Accettare la scoperta che un processo che si considera naturale e ovvio - diventare genitori, nell'ambito di un più ampio progetto di coppia - non lo è affatto, è una scoperta quasi sempre inattesa e perciò dolorosa.


 Nell’uomo si riscontrano solitamente vissuti legati ad un senso di impotenza, relativa alla propria identità maschile, mentre nella donna il vissuto è spesso quello di sentirsi una donna a metà.


 La maternità rappresenta uno snodo ineludibile con cui ogni donna si confronta e l’esperienza della gestazione e della nascita di un figlio, rappresentano momenti cruciali in cui si attuano cambiamenti profondi che coinvolgono sia il corpo, per le complesse esperienze sensoriali che ne derivano, che l’assetto emotivo interiore. Dunque, il passaggio ad essere donna è un lungo processo che porta la donna a confrontarsi con la propria storia e con l’identificazione con la propria madre. La donna non può non interrogarsi a partire dal corpo della propria madre: il corpo di mia madre, che mi ha generata, un corpo come il mio. La maternità oltre a fornire una conferma sociale, rappresenta il superamento della fase adolescenziale e della condizione di figlia. Quando la maternità non è possibile, la mancanza del figlio desiderato può essere una dolorosa ferita narcisistica e identitaria, un lutto difficile da elaborare. A volte il desiderio di un figlio si trasforma in un bisogno ossessivo la cui realizzazione viene vista come l’unico farmaco per la sofferenza depressiva.


Si tratta di elaborare un vero e proprio lutto che passa attraverso l’accettazione dell’avvenuta perdita, accompagnata da vissuti di impotenza, di tristezza e chiusura verso il mondo esterno, da sentimenti di vergogna e di colpa.


Pur tenendo presente l'insieme dei fattori biologici in gioco nel concepimento e nell'infertilità,  molti studi dimostrano l’incidenza degli aspetti psicologici, propri della coppia infertile, che spesso motivano la richiesta di una psicoterapia.


Quando l’infertilità è determinata da fattori prevalentemente psicologici, può essere dovuta ad un conflitto rispetto al desiderio di avere un figlio, o a difficoltà nell’accettazione del proprio corpo o da conflitti irrisolti con le figure genitoriali dei rispettivi partners. 


In queste situazioni è importante poter offrire alla coppia uno "spazio” nel quale si affronti l'esperienza dell'infertilità, sia per quello che rappresenta per ciascuno dei due partner, sia per come la coppia che la sta vivendo. La possibilità di offrire un luogo ed un tempo per poter “generare” insieme delle modalità di adattamento a questa delicata e dolorosa esperienza, aiuta la coppia a prendere consapevolezza della qualità del rapporto e ad attivare il passaggio alla "coniugalità", fondata sull’intimità e sulla profondità della relazione, spesso mancante nella coppia infertile.


In questo senso, divenire "fecondi" significa condividere storie, aspettative, desideri e delusioni, paure e speranze, nonché decisioni e tentativi di attuarle all’interno di un "progetto coniugale".


Questo genere di sostegno psicologico permette alla coppia di divenire procreativa nella misura in cui avviene l’ulteriore passaggio dalla coppia coniugale alla coppia genitoriale.

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